BARI, LA PUGLIA E LA FRANCIA
€35.00
Vito Bianchi
Fotografia di Nicola Amato.
Questo volume si inserisce in una collana inaugurata con Bari, la Puglia e Venezia nel 2013 e proseguita con Bari, la Puglia e l’islam nel 2014. Stavolta, l’attenzione è stata rivolta all’approfondimento degli antichi legami fra Bari, la Puglia e la Francia: sin dall’età tardo-antica e per tutto il Medioevo, sulla via Francigena la Capitanata, la Terra di Bari e la Terra d’Otranto vennero battute da nugoli di pellegrini francesi in viaggio da o per la Terra Santa, che nel muoversi rendevano omaggio ai santuari di San Michele Arcangelo sul Gargano e di San Nicola a Bari. Le contrade pugliesi richiamarono Normanni e Angioini, che contribuirono all’innesto di nuovi modelli insediativi e politici d’Oltralpe, e l’età delle crociate portò sul suolo pugliese gli insediamenti dei Templari, membri di un ordine monastico-cavalleresco di tradizione francese. In epoca moderna, pressoché in contemporanea si intensificò l’uso dei trulli pugliesi e dei loro corrispondenti francesi, i bories di Provenza. I viaggiatori transalpini del Sei, Sette e Ottocento continuarono a ricondurre in patria suggestioni scritte e disegnate, come nel Voyage pittoresque dell’abate di Saint-Non, mentre l’instaurazione del regno murattiano coinvolse Bari e le Puglie nelle atmosfere della piena epoca napoleonica, con una serie di riforme politico-amministrative e innovazioni urbanistiche di cui resta traccia vivida. Ma anche il patrimonio archeologico e monumentale pugliese nutrirà fino ai giorni nostri l’interesse estetico e/o scientifico di danarosi collezionisti prima e di illustri studiosi poi. Il Grand Tour dei visitatori francesi, dapprincipio prevalentemente emozionale e contemplativo, si farà gradualmente viaggio di studio, foriero di conoscenze più profonde da veicolare al di là delle Alpi, in un moto ascensionale da sud a nord: lo stesso che, nei secoli alto-medievali, aveva favorito la trasposizione del culto di san Michele da Monte Sant’Angelo a Mont-Saint-Michel. Peraltro, il travaso dalle Puglie alla Francia non trasmise soltanto archeologia, letteratura o religione. Giuseppe De Nittis diede alla Parigi impressionista un contributo di indiscussa rilevanza, e i teatri pugliesi oggi dedicati a Niccolò Piccinni, Giuseppe Curci, Saverio Mercadante o Giovanni Paisiello ricordano le figure dei talenti che, via Napoli, salirono a raccogliere applausi o delusioni sulle rive della Senna. Col XX secolo, infine, molti Pugliesi identificheranno nella Francia la salvezza: salvezza dalle persecuzioni del fascismo, salvezza dalla miseria e dalla fame nel Secondo Dopoguerra. Per tanti emigranti, a lungo andare, la Puglia e la Francia non potranno più essere concepite se non assieme. Come se Bari e Parigi, alla fine, fossero pure un po’ sorelle.
Descrizione
2015, pp. 252, ill. a colori, f.to 24×30, ril. con sovraccoperta
Informazioni aggiuntive
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