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Alberobello sogna il Premio Strega con la casa editrice Terrarossa

C’è un motto che dalle parti dei trulli ripetono spesso. Sa di speranza, ma forse è anche una premonizione. Oltre che una responsabilità. «Alberobello è il paese dei sogni impossibili che diventano realtà».
L’ultimo esempio è la storia di Giovanni Turi, il 37enne proprietario della casa editrice TerraRossa che ha pubblicato il romanzo «La Casa delle Madri» di Daniele Petruccioli arrivato tra i 12 migliori testi finalisti del premio Strega.
Il successo di Giovanni Turi ha origini recenti, ma radici lontani. Affonda in una passione che lo accompagna da ragazzo: lavorare nel mondo dell’editoria. Ma, finita l’università, con una laurea in lettere ed editoria nel cassetto, Giovanni Turi capisce subito che il suo sogno pare un’utopia difficilmente concretizzabile nel contesto italiano.
E allora l’alberobellese cambia mestiere, pur mantenendo attive varie collaborazioni editoriali. Decide di diventare guida turistica, sulle orme di sua sorella. Sembra quasi un passo scontato nel paese patrimonio dell’Unesco che ogni anno ospita due milioni di visitatori. Oltre che una garanzia di sicurezza economica in una realtà che sul turismo ha costruito la propria forza.
Nel frattempo però Turi non chiude completamente nel cassetto il sogno editoriale. Lo tira fuori nel 2016 quando diventa direttore editoriale della casa editrice. Nel 2017 la rileva. I libri però da soli non bastano per portare il pane a casa. Il primo mestiere continua ad essere quello di guida turistica. Una sorta di paracadute che consente gli consente, parallelamente, di coltivare anche la sua passione.

Un anno fa però arriva il Covid e ovviamente le guide turistiche si ritrovano senza lavoro. E così, paradossalmente, il paracadute salvifico diventa l’impresa editoriale che oggi gli ha regalato la gioia più grande della vita. Sembra un romanzo, e se lo fosse probabilmente vincerebbe lo Strega, invece è tutto vero. Arrivare tra i migliori 12 significa essere a un passo dall’Olimpo. Che è la cinquina dei finalisti.
«Ma abbiamo già varcato l’impossibile – dice Turi – non credevamo di poterlo fare perché non abbiamo la forza delle grandi realtà editoriali. Per questo abbiamo accolto la notizia con gioia inaspettata. E’ un premio alla passione e all’impegno».
E alla determinazione di chi, se è vero che non ha i muscoli dei colossi ha le spalle larghe dei piccoli che sanno che devono faticare il doppio per arrivare e, proprio per questo, non si arrendono mai.
Con Giovanni Turi lavorano Elena Manzari che è la responsabile della comunicazione della casa editrice. Francesco Dezio che è l’illustratore e in redazione ci sono Tiziana Giudice e Stefano Savella. Fanno tutti un altro lavoro: Elena ha una libreria a Conversano, Tiziana è insegnante e Stefano lavora per più service editoriali. Perché solo facendo anche altro si può sopravvivere nel mondo dell’editoria di oggi.

«Non potremmo fare altrimenti – dice Turi – ma così possiamo coltivare il nostro sogno». A spingerlo a rilevare la casa editrice è stata la voglia di pubblicare opere del recente passato diventate introvabili oppure autori che avessero una scrittura molto personale, proprio come quella che è entrata nella dozzina finalista.
«Di questa opera mi ha colpito la capacità di indagare il rapporto conflittuale tra due fratelli e la contemporanea presenza di un sentimento antitetico di amore e odio, descritto con una scrittura originale e personale».
Il sogno, manco a dirlo, sarebbe entrare nella cinquina e magari vincere, ma Turi resta con i piedi per terra: «Sappiamo di aver già realizzato l’impossibile e oltre». Eppure, dice un altro motto, i sogni diventano impossibili proprio quando si smette di crederci e da queste parti, nella terra di una comunità laboriosa di contadini che, dal niente, ha creato un unicum (i trulli) capace di diventare patrimonio dell’umanità, non sono certo abituati a rinunciare.

FONTE: https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/newsweek/1288765/alberobello-sogna-il-premio-strega-con-la-casa-editrice-terrarossa.html

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